Il contenuto offensivo e razzista nei confronti di un superiore gerarchico contenuto nel messaggio inviato in una chat WhatsApp con i colleghi non ha rilevanza disciplinare perché la comunicazione gode della tutela della segretezza di cui all’art. 15 della Costituzione. A stabilirlo la Corte Suprema nella sentenza n. 5936/2025, analizzata nella puntata di "In Cassazione".
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